
Secondo EIT Urban Mobility, progettare spazi urbani adatti ai bambini significa riconoscere i loro diritti di partecipazione, cittadinanza e autonomia. L’iniziativa Start with Children tenutasi a Bratislava lo scorso anno ha coinvolto oltre 650 urbanisti, sindaci e professionisti per tracciare “una roadmap in 12 passi” verso città dove i bisogni dei più piccoli siano al centro della pianificazione. Lo slogan utilizzato al tempo – “A city good for children is a city good for everyone” – resta ancora una preziosa linea guida.
Ma cosa significa effettivamente “mobilità a misura di bambino”? Vediamolo insieme con alcuni esempi dallo scenario internazionale.
Da Stop de Kindermoord agli altri
Il primo proviene dai Paesi Bassi, dove già negli anni ’70 prese vita il movimento Stop de Kindermoord (“Fermiamo l’omicidio dei bambini”), nato in risposta all’alto numero di incidenti stradali mortali che coinvolgevano minori. Grazie a questa pressione sociale furono introdotti i primi limiti di velocità nei quartieri residenziali e vennero progettate le cosiddette woonerf, aree urbane dove le auto devono convivere in sicurezza con pedoni e ciclisti. È stato uno dei primi esempi concreti di pianificazione urbana pensata per proteggere i più piccoli.
Il secondo esempio arriva da Budapest, in particolare dal quartiere Törökőr, dove sono stati sviluppati progetti partecipativi di rigenerazione urbana. I bambini, coinvolti fin dall’inizio, hanno contribuito a ridisegnare gli spazi intorno alle scuole con l’aggiunta di attraversamenti rialzati, aree gioco sicure e percorsi pedonali protetti. È un caso emblematico di come la progettazione urbana possa diventare un processo condiviso e formativo.
Infine, uno sguardo verso l’Asia: a Seoul, in Corea del Sud, la pianificazione urbana ha integrato una strategia sistematica di messa in sicurezza delle aree scolastiche. Negli ultimi dieci anni, grazie all’introduzione di limiti di velocità specifici, marciapiedi ampliati e segnaletica altamente visibile, il numero di incidenti stradali che coinvolgono bambini è calato drasticamente, con una riduzione stimata del 95%. Seoul oggi è considerata una città davvero a misura di bambino, soprattutto per quanto riguarda i trasporti e l’accesso agli spazi pubblici.
Questi esempi dimostrano come una mobilità realmente pensata per i più piccoli richieda interventi strutturali, partecipazione attiva e una visione a lungo termine che metta al centro il diritto dei bambini a muoversi in sicurezza e autonomia nel proprio ambiente urbano.
La mobilità dei bambini in Italia negli ultimi 10 anni
Nel nostro Paese l’attività motoria autonoma dei minori è tra le più basse in Europa: solo il 28% dei bambini 8–11 anni cammina o va in bici a scuola (rispetto al 40% in Francia e al 52% in Spagna) e solo alcune città “virtuose” hanno avviato progetti di pedibus e analisi GIS per mappe pedonali dedicate ai bambini.
A Ferrara, per esempio, è stato avviato il progetto CLIMB-Children’s Independent Mobility, promosso da Fondazione Bruno Kessler e Legambiente, tra gli altri, Qui è stata sviluppata l’app “Walking Bus 2.0” noto anche come “Mobilityamoci 2.0” e il gioco “Kids Go Green”, che hanno coinvolto centinaia di studenti in una sfida educativa: andare a scuola a piedi o in bicicletta per “accumulare chilometri” e raggiungere simbolicamente luoghi nel mondo. Oltre all’impatto ambientale positivo, il progetto ha favorito un importante cambiamento culturale tra bambini, famiglie e docenti.
A Casalmaggiore, la mobilità a misura di bambino è stata promossa dal Comitato Slow Town con iniziative come il Piedibus, la “Tangenziale dei bambini” e il progetto “Metrominuto”. La tangenziale pedonale lungo il Po consente spostamenti sicuri verso scuola, biblioteca e centro città, lontano dal traffico. Segnaletica colorata e mappe rendono il percorso accessibile e educativo. L’esperimento ha riscosso successo tra scuole, associazioni e famiglie, favorendo l’autonomia dei bambini.
Cambiamento e fondi
Il cambiamento si mostra lento ma positivo: cresce l’attenzione allo spazio urbano a misura di bambino ma resta fondamentale coinvolgere maggiormente i genitori e l’amministrazione comunale per consolidare una mobilità urbana sostenibile, insieme a urbanisti e famiglie, nelle scelte di pianificazione.
E mentre il PNRR (Italy National Recovery and Resilience Plan) tra il 2020 e il 2021 assegnava 137 milioni a piste ciclabili urbane, legate anche a una mobilità scolastica più sicura, negli ultimi 10 anni il cambiamento nel nostro paese è passato per 3 direttrici fondamentali:
- Cambiamento di paradigma: si è passati da politiche “teach-safety” (casco, vestiario) verso strategie sistemiche: modifiche urbane permanenti (zone 30, pedonalizzazioni, scuole sicure).
- Tecnologia e partecipazione civica: app, gamification e crowdsourcing (es. Budapest) coinvolgono direttamente famiglie e bambini nel cambiamento.
- Dati e geolocalizzazione: programmi come il pedibus sfruttano GPS e sensori per monitorare e migliorare l’esperienza dei tragitti casa-scuola.
Wecity per la mobilità dei più piccoli
A partire dal 2022 Wecity ha attivato diverse collaborazioni con una serie di istituti scolastici, a partire dall’Istituto A. Volta di Sassuolo. In quell’occasione, attraverso la app, sono stati tracciati i tragitti casa-scuola compiuti dai ragazzi in bicicletta – conteggiando sia i chilometri pedalati a titolo individuale che a titolo di classe – e premiate con uscite didattiche (da una mattina fino a due giorni) le tre classi che a fine anno avevano raggiunto i risultati migliori.
Altre collaborazioni sono state avviate con gli istituti del Comune di Legnano: ISIS A. Bernocchi, Liceo Scientifico Tirinnanzi, IAL Lombardia, Liceo Statale G. Galilei e ISS C. Dell’Acqua. Questi hanno coinvolto circa 500 studenti ogni anno con missioni trimestrali, generando risultati significativi: tra il 2022 e il 2023 sono state risparmiate 12 tonnellate di CO₂, con oltre 128.000 km pedalati e circa 20.000 viaggi registrati. Le classi più virtuose sono state premiate con buoni spesa come riconoscimento per l’impegno nella mobilità sostenibile.
Una delle collaborazioni più di successo è stato sicuramente il Ride to School condotto insieme all’Istituto superiore Vallauri di Fossano e all’associazione Ascom Fossano, che rappresenta le imprese operanti nei settori del commercio, turismo e servizi nel territorio con il coinvolgimento anche dell’Istituto Comprensivo Sacco e dell’Istituto Comprensivo Paglieri. Qui Wecity ha gestito un programma di mobilità dolce per studenti e personale tra il 2022 e il 2025 con incentivi di 0,10–0,15 €/km e uso del pedibus con gettoni convertibili in beni presso il territorio grazie a convenzioni locali. Dal 2022 al 2025 le tre edizioni di Ride to School hanno coinvolto 250 partecipanti, tra studenti dell’Istituto Vallauri, docenti e personale ATA e tra i 200 e i 300 bambini a edizione per il Pedibus con relativi accompagnatori, anch’essi destinatari degli incentivi. I risultati sono stati molto positivi: oltre 18 tonnellate di CO2 risparmiata, oltre 134.000 km percorsi in modo sostenibile e sono stati erogati CO2 Coin per un valore di circa 19.000 euro erogati dall’ASCOM da scambiare nei negozi convenzionati della città.
Nel 2024 anche l‘Unione della Romagna Faentina, nell’ottica di promuovere comportamenti sostenibili e la mobilità attiva tra gli studenti, ha avviato il “Bike to School 2024” insieme a Wecity. L’iniziativa ha incentivato l’uso della bicicletta per gli spostamenti casa-scuola ed extrascolastici, valorizzando l’attività fisica come leva per uno sviluppo sano dei giovani. Gli studenti dai 13 anni in su hanno potuto registrare i chilometri percorsi tramite app, accumulare punti e vincere premi e gli studenti più virtuosi sono stati premiati durante la Settimana Europea della Mobilità Sostenibile. L’iniziativa ha coinvolto un centinaio di studenti su 4.200 Km percorsi in 1362 viaggi, con un risparmio di circa 600 Kg di CO₂.
Benefici per i minori, benefici per tutti
Investire nella mobilità dei bambini non è solo responsabile: è strategico.
Le esperienze europee dimostrano che bambini più autonomi significano città più sicure, spazi riqualificati, meno auto, più salute. Sebbene le statistiche Wecity non includano dati sul rendimento scolastico, una ricerca portoghese pubblicata sull’International Journal of Environmental Research and Public Health mostra che studenti tra gli 8 e 11 anni che vanno a scuola a piedi o in bici ottengono migliori risultati cognitivi e di apprendimento rispetto ai coetanei accompagnati in auto. Promuovere mobilità attiva è quindi utile non solo per l’ambiente, ma anche per lo sviluppo psico-fisico e cognitivo dei bambini.
La missione di Wecity è quella di rafforzare questo impegno, mettendo i bambini al centro della trasformazione urbana e fornendo strumenti efficaci a scuole, enti e famiglie. Con la sua tecnologia e i suoi progetti può diventare catalizzatore di questi processi, facilitando iniziative di Bike to School nelle scuole, coinvolgendo famiglie e volontari, collaborando con i Comuni per promuovere zone 30 e percorsi sicuri e sfruttando la gamification per aumentare l’autonomia infantile.
Favorendo, in buona sostanza, nuove generazioni più libere, attive e care alle città che abiteranno con una nuova idea di mobilità urbana, focalizzata su sostenibilità, partecipazione e inclusione.