Tecnologie, politiche e scelte coraggiose: perché serve fare sistema.

Un Paese ancora troppo legato all’auto

L’Italia continua a detenere un primato poco invidiabile: è il Paese con il più alto tasso di motorizzazione d’Europa (694 auto ogni 1.000 abitanti), con città spesso soffocate dallo smog e infrastrutture di trasporto pubblico non all’altezza degli standard europei. La povertà di trasporto è un fenomeno reale, che limita l’accesso a servizi essenziali, lavoro ed educazione, colpendo in particolare le fasce più fragili della popolazione.

Eppure, qualcosa si muove. Dai fondi regionali agli incentivi locali, dalle giornate senz’auto alla crescita della mobilità elettrica e condivisa, segnali di cambiamento cominciano ad emergere. La sfida ora è trasformare queste iniziative in un sistema coerente e strutturato, che guardi anche oltreconfine per ispirarsi alle migliori pratiche.

Un’Europa che corre (e investe)

Mentre l’Italia fatica a riorientare in modo sistemico la propria strategia di mobilità urbana, altri Paesi europei stanno già facendo passi decisi per ridurre la dipendenza dal veicolo privato, migliorare la qualità dell’aria, incentivare comportamenti virtuosi e rendere la mobilità una leva di inclusione sociale.

Su quest’ultimo punto è bene ricordare che se il 1° giugno 2021 Olbia diventava la prima Città 30 d’Italia, in seguito a una delibera di Giunta adottata nell’ambito della costruzione del PUMS, la successiva scelta del Comune di Bologna, primo capoluogo italiano a introdurre il limite di velocità a 30 km/h, aveva sollevato un acceso confronto, attirando critiche da parte del ministro dei Trasporti Matteo Salvini. A seguito della decisione bolognese, il Ministero aveva emesso una direttiva — datata 1° febbraio 2024 — che restringeva fortemente la possibilità per le amministrazioni locali di applicare il limite dei 30 km/h su scala cittadina o in vaste aree urbane.
In realtà, il Report presentato dal Comune a un anno di distanza dall’entrata in vigore del provvedimento, ha dimostrato che per la prima volta dal 1991 nessun pedone ha perso la vita sulle strade cittadine nel corso dell’anno. Rispetto al 2022-2023 “meno incidenti, persone ferite e interventi del 118 in codice rosso, traffico e inquinamento in flessione, boom di SFM, bike e car sharing, più biciclette sulle strade, trasporto pubblico stabile”. 

Oltre l’Europa: innovazione e futuro

Sperimentazioni audaci, che uniscono sostenibilità, tecnologia e nuove modalità di fruizione dello spazio urbano, arrivano anche da oltreoceano:

  • A San Francisco i veicoli autonomi sono stati ammessi lungo uno dei principali corridoi del trasporto urbano, chiuso alle auto dal 2020. L’obiettivo è quello di rilanciare il centro città rendendolo più accessibile, dinamico e resiliente. Saranno più i vantaggi o i disagi? La sperimentazione è ancora sotto i riflettori e la discussione è ancora in corso.
  • In Ontario è nato il primo servizio di trasporto pubblico completamente elettrico e on-demand dell’intera provincia.Il nuovo sistema sostituisce i bus a percorso fisso con un servizio a chiamata via app, che offre corse porta a porta a tariffe standard.
    Fa parte della strategia di BWG per modernizzare la mobilità urbana e avvicinarsi agli obiettivi smart city.
  • L’Asia si conferma al centro della trasformazione globale della mobilità, con una crescita media annua dell’11% trainata da veicoli elettrici, infrastrutture di ricarica e servizi condivisi. Il mercato della ricarica EV passerà da 1,9 a 27 miliardi di dollari, mentre la micromobilità (bike e moped sharing) crescerà fino all’8% annuo. In forte espansione anche i sistemi di guida autonoma (ADAS), con un +56% l’anno.
  • In Medio Oriente, l’adozione di Electric Vehicle e i servizi di car-sharing guidano la trasformazione, sostenuti da politiche governative favorevoli, come quella degli Emirati Arabi Uniti in merito agli EV Charging.

 

Italia: segnali da cogliere e valorizzare

Nel panorama nazionale, alcune realtà dimostrano che il cambiamento è possibile, non solo introducendo e agevolando l’utilizzo di biciclette, e-bike/cargo-bike o monopattini elettrici ma anche ottimizzando il trasporto pubblico esistente:

  • Il servizio Intercity + bici di Trenitalia ha trasportato oltre 43.000 biciclette nel 2024, evitando oltre 700 tonnellate di CO2. Un esempio virtuoso di intermodalità efficace.
  • Milano ha lanciato un nuovo bando da 23 milioni per incentivare l’acquisto di veicoli elettrici e cargo bike.
  • Diversi Comuni si stanno preparando alla Settimana Europea della Mobilità 2025 (11-22 settembre 2025) con attività concrete, tra cui giornate senz’auto e nuove misure permanenti.

Tutti segnali che meritano supporto e diffusione ma che devono diventare parte di una strategia più ampia, strutturata e anche sistemica. Se è vero, per esempio, che nel Nord-Ovest italiano il trasporto pubblico copre oggi il 10,3% degli spostamenti, lo stesso dato mette in evidenza un paese a due velocità, con un Sud Italia fermo al 4,3%, meno della metà.

Secondo il Value Pool Report 2024 di Oliver Wyman, il settore della mobilità globale crescerà fino a un valore di 1.1 trilioni di dollari entro il 2035, partendo dai 389 miliardi di dollari del 2023. Il fattore sostenibilità può qui puntare a ricoprire una fetta considerevole di mercato. 

Tuttavia, come ha di recente denunciato Legambiente, in Italia “nessun fondo è stato previsto nella legge di bilancio 2024 per il trasporto rapido di massa, per la ciclabilità e la mobilità dolce, l’87% delle risorse infrastrutturali è stato destinato al Ponte sullo Stretto fino al 2038 mentre per il Fondo Automotive le risorse sono state dimezzate passando dagli 8,7 miliardi inizialmente previsti entro il 2030 a soli 450 milioni nel 2025 e 200 milioni annui per gli anni successivi”.

 

Il ruolo della tecnologia (e di Wecity)

Riconvertire e rendere l’auto meno impattante sarebbe sicuramente un buon punto di partenza. Ma non basta integrare la tecnologia nell’auto per rendere una città “smart”. Molto spesso soluzioni semplici come la bici costituiscono il massimo dell’efficienza e dell’efficacia in tanti contesti urbani. Come ha ricordato il nostro CEO Paolo Ferri “Espellere le auto dai centri urbani non è un vezzo da radical chic, è un boost economico per i business locali, per i valori immobiliari oltre che per la salute e la sicurezza”.

Piattaforme tecnologiche, AI e strumenti digitali, in questo caso, possono essere utilizzati e integrati per coinvolgere attivamente cittadini, aziende e amministrazioni attraverso:

    • sistemi di tracking e rewarding degli spostamenti virtuosi
    • raccolta dati utili alla pianificazione urbana
    • strumenti per attivare campagne come Bike to Work e Giornate senz’auto
    • flotte bici aziendali con smart lock 
    • dashboard intuitive per aziende e PA

A oggi sono oltre cento le realtà – tra pubbliche amministrazioni e organizzazioni private – che abbiamo supportato nell’implementazione di strategie, campagne e sfide volte a incentivare la mobilità sostenibile

Se intendiamo costruire un futuro più sano, accessibile e giusto, occorre trasformare insieme i segnali sparsi in una traiettoria chiara. I modelli ci sono, le tecnologie anche. Manca solo la volontà di fare sistema. E ogni città, piccola o grande, può fare la differenza.
In ogni caso noi siamo pronti ad affiancarti.